LA STORIA AVVINCENTE DI RICCARDO PALMARIN
Ogni volta che scrivo una storia mi immergo nella persona che racconta di sé.
Come nel caso di Riccardo, non so nulla di lui, ma già dalle sue prime parole, inizio a percepirlo.
Sento subito che ha una straordinaria capacità di materializzare, nonostante i problemi che ha vissuto e quindi, proprio per questo, ha intuito l’importanza di avere obiettivi chiari, limpidi, consoni a come è fatto lui davvero.
Sapere cosa realmente vuole il suo cuore è diventata una priorità su tutto il resto, affinché lui fosse in grado di seguire quella direzione che coincide in modo naturale con la sua essenza.
Riccardo è un uomo che -riesco a vederlo- aiuterà molte persone con la sua attività. Sebbene non sia ancora tutto chiaro ai suoi occhi, la sua missione ha senz’altro una valenza sociale e di impatto, perché ha compreso che il benessere di tutti deriva dal suo benessere personale e che il benessere personale si può definire davvero tale se include l’interesse per altre persone.
Le sue parole sono fonte di ispirazione, ma sopra ogni cosa piene di centratura e di presenza, cosi come di leadership che sempre di più emergerà. Un uomo che veramente è esempio e riferimento.
Ciao Riccardo, ci parli di te?
Mi chiamo Riccardo Palmarin, sono nato a Venezia i primi giorni di dicembre del 1967 e ho vissuto a Venezia fino a novembre del 2013, tranne una pausa di due anni circa (dal giugno del 1997 alla fine di agosto del 1999) nel corso dei quali ho vissuto ad Oriago, una frazione del comune di Mira, sempre in provincia di Venezia.
Nel novembre del 2013 mi sono trasferito a Noale, una piccola cittadina situata nell’entroterra Veneziano.
Ho iniziato la mia carriera lavorativa nel giugno del 1986 lavorando come dipendente nel corso della stagione estiva presso l’azienda di trasporto pubblico di Venezia con la qualifica di marinaio addetto alle operazioni di sbarco e imbarco su mezzi adibiti a servizio pubblico di linea (chi è stato a Venezia ed è salito su un “vaporetto” sa di cosa sto parlando).
D’estate lavoravo come marinaio, mentre d’inverno tra il 1986 e il 1990 lavoravo come cameriere presso un paio di locali a Venezia.
Dal 1 settembre del 1991 al 15 aprile del 1995 durante la stagione invernale ho lavorato come addetto alle vendite presso un negozio di Venezia che vendeva impianti Hi-Fi, mentre durante la stagione estiva continuavo a lavorare come marinaio, visto che ambivo ad essere assunto con contratto a tempo indeterminato in base al concorso pubblico fatto tre o quattro anni prima (cosa più o meno normale per chi aveva frequentato l’Istituto Tecnico Nautico e non aveva intrapreso la carriera marittima mercantile).
Infatti il 16 aprile del 1995 sono stato assunto con contratto a tempo indeterminato ma, dopo breve tempo, ho iniziato a capire che quello non era il mio posto, mi sentivo un pesce fuor d’acqua anche se a quel tempo non riuscivo a capire il perché.
Alla fine di marzo del 1997 mi sono trovato a dover prendere una decisione: ho ricevuto un invito a presentarmi presso il centro di addestramento per i Vigili del Fuoco.
Tempo prima infatti, mentre lavoravo come marinaio stagionale, avevo presentato la domanda anche per il concorso bandito dal Ministero dell’Interno per assunzione di Vigili del Fuoco.
Ho deciso di licenziarmi dall’azienda di trasporto pubblico di Venezia e di entrare nel Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, un po’ perché, come ho detto poco sopra, sentivo che fare il marinaio non era il mio posto, un po’ perché nei Vigili del Fuoco c’era un mio caro amico d’infanzia e un po’ perché ho ascoltato i consigli di chi ne sapeva meno di me (quest’ultimo si è rivelato un madornale errore della cui effettiva gravità e degli effetti che ha creato su me stesso e sulla mia vita mi sono reso conto completamente solo 21 anni più tardi)
Ti sei quindi accorto che, ancora una volta, non stavi centrando l’obiettivo?
Già durante il corso di addestramento mi ero reso conto che avevo preso una decisione sbagliata e che, anche se il lavoro precedente non era adatto a me, quello di Vigile del Fuoco lo era ancora meno, non avevo nulla a che fare con quel lavoro e con tutto ciò che lo riguardava.
Però non sapevo cosa fare, indietro non potevo tornare e non potevo nemmeno rimanere senza un lavoro.
Sono passati un paio d’anni e verso la fine di agosto del 1999 la relazione tra me e la compagna che avevo all’epoca è finita e devo ammettere che ne ho sofferto veramente moltissimo, sembrava che la mia vita fosse finita.
Un paio di mesi più tardi mi è stata proposta la mia prima attività di multilevel marketing che ho svolto per un paio d’anni senza in realtà ottenere risultati ma prendendo moltissime porte in faccia, facendo tanta formazione e maturando un po’ di esperienza.
Un bel cambio di direzione direi! Questi fallimenti ti hanno aiutato in qualche modo?
Nel corso di questi due anni grazie alla formazione, ho iniziato a mettere a fuoco i motivi per i quali non mi sentivo a mio agio tanto nell’azienda di trasporto pubblico quanto nei Vigili del Fuoco.
Nel maggio del 2001 mi è stata proposta un’altra attività sempre di multilevel marketing e ho deciso di cambiare azienda, ripromettendomi di non ripetere gli errori fatti precedentemente e di applicare tutto ciò che avevo imparato.
I risultati non hanno tardato ad arrivare ed ero lanciato in quella che sembrava essere una carriera molto brillante, il futuro sembrava essere molto roseo.
Così nell’ottobre del 2001 mi sono licenziato dal Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e ho iniziato a svolgere l’attività a tempo pieno.
Poi verso la fine del 2002 è finito tutto, con tanto di attacchi violenti da parte dei mass media, trasmissioni televisive su reti nazionali, Guardia di Finanza negli uffici, un caos difficile da descrivere per chi non ci si è trovato in mezzo.
L’azienda ha chiuso e io mi sono trovato a piedi ma questo posso assicurare che è niente in confronto a tutto il resto.
Come ti sei sentito a quel punto?
Bisogna tenere presente che avevo veramente messo la faccia su quell’azienda, ne avevo parlato veramente con chiunque io conoscessi.
Il clamore mediatico generato in quei giorni ha avuto pesantissime ripercussioni sulla mia vita sociale, ho perso moltissimi di quelli che io consideravo i miei amici, ho ricevuto minacce di morte, la stessa mia famiglia ha iniziato a guardarmi con degli occhi diversi e con un velo di diffidenza, ti posso assicurare che a Venezia centro storico la mentalità non è molto aperta e che attorno a me si è creato il vuoto più totale.
In un momento in cui ho visto tutta la mia vita crollare, questo concatenarsi di eventi ha avuto un effetto devastante sulla mia stabilità emotiva e sono crollato in un modo che ti assicuro è impossibile descrivere e, negli anni seguenti, non sono più riuscito a combinare niente, magari continuavo a provarci ma accumulavo un fallimento dietro l’altro.
La mia casa è finita all’asta e ho perso tutto ciò che avevo, ma la cosa che più mi spaventava è che sentivo di aver perso completamente me stesso, non mi riconoscevo più.
Ricordo una volta che stavo guardando la mia carta d’identità e ho pensato che avevo lo stesso nome, lo stesso cognome ma non ero più la persona ritratta in quel documento e questo mi ha letteralmente terrorizzato.
Ho provato una sofferenza di natura spirituale e una disperazione impossibili da descrivere con le parole, che non auguro a nessuno di provare e che sono durate per anni.
Per la prima volta nella mia vita ho capito cosa significa desiderare di morire ma non ho mai tentato di togliermi la vita perché sono estremamente contrario.
Cosa hai fatto a quel punto?
Ho svolto i lavori più umili per mantenermi: caricavo sui bancali i giornali appena usciti dalle rotative e ho trasportato giornali lavorando di notte per meno di 1.000 € al mese, ho fatto il corriere e mi sono cimentato in diversi progetti perché volevo riprendermi la mia vita ma continuavo a fallire, non riuscivo ad uscire dal buco nel quale ero caduto.
Ho avuto veramente tanta paura di non farcela e avevo capito che, se non avessi fatto qualcosa per me stesso, non ne sarei mai uscito, così ho intrapreso un percorso spirituale che mi ha permesso di ritrovare me stesso, di conoscermi a fondo, di prendere la consapevolezza delle mie reali capacità, di ritrovare la stabilità e la forza spirituale che pensavo di aver perso e di azzerare completamente gli effetti causati da tutto ciò che mi era successo.
Perché, secondo te, hai scelto di non mollare?
Non ho mai mollato per il semplice fatto che, se lo avessi fatto, sarei morto 15 anni fa mentre io ho deciso di vivere.
Sono stati anni molto duri e difficili ma non mi sono mai arreso, ho sempre continuato a lottare perché, anche se nei momenti bui non riuscivo più a ricordare i momenti felici del passato, in realtà sotto sotto sapevo di averli vissuti e volevo riprendermi la mia vita.
Oggi come ti senti?
Se devo dir la verità, non ho ancora raggiunto il successo professionale che stavo ottenendo nel 2002 ma ho raggiunto qualcosa che per me ha un valore molto ma molto più grande: ho ritrovato me stesso e sono molto più consapevole di me stesso e di ciò che posso raggiungere ora di quanto lo sia mai stato in tutta la mia vita.
Questo mi permette di raggiungere ora qualunque cosa io decida di voler raggiungere, l’unica cosa che devo sapere è cosa fare e imparare come farlo.
Qual è stata la svolta nel tuo business?
Negli ultimi anni ho lavorato ho avuto diverse esperienze commerciali (tra le quali nel settore pubblicitario e immobiliare) finché, un paio di anni fa ho aperto una mia azienda nel settore auto (noleggio auto a lungo termine, compravendite auto etc.).
Purtroppo per una serie di motivi che non sto qui a spiegare è un’avventura che è durata poco e già verso la fine del 2017 le cose non andavano bene, l’azienda navigava in cattive acque e stavo cercando di capire se valeva la pena di cercare di salvarla o se sarebbe stato più conveniente chiudere tutto e ricominciare con qualche nuova avventura.
Il 12 dicembre del 2017, il mio amico Luca Riccio mi ha parlato di Marketing Genius e mi sono iscritto subito soprattutto perché ero già a conoscenza dei risultati professionali ottenuti da Matteo.
Ho guardato subito i video gratuiti e, avendo provato sulla mia pelle quali sono i limiti e i rischi di avere un’attività offline, ho capito subito le enormi potenzialità dell’online.
Purtroppo però stavo cercando ancora di capire se salvare l’attività o se cessarla e non sono andato subito All-In.
Poi ad aprile del 2018 ho deciso di chiudere l’azienda e, pochi giorni dopo, ho acquistato il corso All-In e, successivamente, il Dubai Mastermind (con degli sforzi enormi per ciò che stavo attraversando a causa della chiusura dell’attività) ripromettendomi di partecipare al più presto al Mentor Program e di lanciarmi nel mondo online.
Appena chiusa l’attività ho trovato lavoro come dipendente presso un hotel che mi sarebbe servito come base per mantenermi e per ricominciare da zero.Mi ero ripromesso di stare lì qualche mese, il tempo di riorganizzarmi, di frequentare il Mentor Program e di impratichirmi con l’attività online.
Ho partecipato alla Allinners Conference a Cervia a settembre del 2018, nel corso della quale ho ritrovato il mio vecchio amico Massimo Padula, conosciuto in Florida qualche anno prima.
Dopo la Allinners Conference è cambiato qualcosa?
Quando sono rientrato a casa ho scoperto che l’hotel dove lavoravo aveva il brutto vizio di non pagare i propri dipendenti, così mi sono licenziato, sono andato per vie legali e mi sono trovato a piedi, con le rogne dell’azienda da sistemare e con dei mesi persi per niente, avendo lavorato senza essere riuscito a percepire tutto ciò che mi sarebbe spettato per il lavoro svolto.
Ho trovato un nuovo lavoro (quello attuale) nel settore della vendita diretta verso i primi giorni di dicembre, però prima di iniziare ho dovuto frequentare un corso di formazione che si sarebbe svolto dopo le feste di Natale, infatti ho iniziato il corso dopo l’epifania del 2019.
Nel frattempo il mio conto in banca si era svuotato, non sono riuscito a pagare l’affitto per due mesi di seguito correndo i rischi facilmente immaginabili per situazioni come queste.
Appena terminato il corso ho iniziato a lavorare e correre come un matto in tutto il Triveneto, svolgendo gli appuntamenti che l’azienda mi assegna ma passando praticamente tutto il mio tempo tra appuntamenti di vendita (ogni appuntamento dura mediamente tre ore) e spostamenti (passo tutto il resto del mio tempo in macchina).
La situazione era veramente critica e necessitava assolutamente di venire risolta, quindi mi sono trovato costretto a mettere in stand-by il progetto di lavorare online.
E oggi come sta andando?
Grazie al mio attuale lavoro sto riuscendo un po’ alla volta a rimettere a posto le cose, sto recuperando gli affitti arretrati, alcune cose sono state sistemate mentre altre relative alla cessazione della mia attività sono ancora in attesa e le sto mettendo a posto un po’ alla volta.
Ho visto il Mentor Program sfuggire dalle mie mani per ben 3 volte di seguito ma il sogno di farlo è vivo più che mai e lotto ogni giorno per raggiungere questo obiettivo perché voglio assolutamente riuscire a sganciarmi dal mio attuale lavoro nel quale attualmente sono incastrato, del quale però attualmente ho bisogno, grazie al quale sto riuscendo a mettere a posto le cose e grazie al quale riuscirò a fare il Mentor Program.
Purtroppo però, questo maremoto che è successo nella mia vita mi ha messo i bastoni tra le ruote e mi ha impedito di fare ciò che avevo deciso con la velocità che avrei voluto.
In questi ultimi anni è successo veramente di tutto e ho dovuto trovare soluzioni diverse ogni giorno per riuscire a stare a galla.
Cosa senti di dire riguardo la cultura Allinners?
Il non mollare mai è una cosa che ha sempre fatto parte della mia vita, e tutto quello che è successo e ciò che ho dovuto fare per ritrovarmi mi ha reso veramente indistruttibile.
La mia vittoria quindi non è ancora di natura professionale, quella la sto ancora rincorrendo. Sono sicuro che arriverà, è solo una questione di tempo, metodo e lavoro.
La mia vittoria è di natura personale: ho ritrovato il miglior me stesso che potessi immaginare grazie al mio impegno, alla mia voglia di vivere e di farcela, grazie a chi mi ha indicato la via giusta da percorrere e mi ha aiutato a farlo e grazie alla mia meravigliosa compagna che mi supporta (e sopporta) ogni giorno.
Sono felice di far parte della cultura Allinners perché penso che sia un gruppo vincente e con dei valori rari da trovare al giorno d’oggi così come penso che far parte di un gruppo con degli ideali e dei valori sani sia fondamentale per il futuro di ognuno di noi.
I gruppi dei quali facciamo parte sono fondamentali per il nostro futuro: se il gruppo al quale apparteniamo è sano e i suoi valori sono sani il futuro sarà radioso, se il gruppo non è sano anche la sopravvivenza del gruppo e dei suoi singoli membri vengono minacciati.
Penso che sia fondamentale far parte di un gruppo mentre si persegue un obiettivo, qualunque questo sia.
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Ogni singolo membro di un gruppo ha il dovere di supportare il gruppo perché la sopravvivenza del gruppo dipende dal contributo di ogni singolo membro, così come il gruppo ha il dovere di supportare ogni singolo membro perché la sua stessa sopravvivenza dipende dalla sopravvivenza di ogni singolo membro.
Io stesso nel 2002 sono crollato perché mi sono trovato da solo, quindi posso assicurarti che far parte di un gruppo del quale si condividono obiettivi e valori è fondamentale per sopravvivere e vincere nella vita.
Tutto questo per dirti che, qualunque sia la condizione nella quale ti trovi e di qualunque natura siano le difficoltà che stai attraversando non mollare mai, la soluzione c’è sempre, anche se tu a volte non riesci a vederla.
Anch’io anni fa non riuscivo a vederla ma, se avessi mollato, tu ora non avresti avuto la possibilità di leggere queste parole perché io non avrei potuto essere qui a scriverle.
Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
Riccardo
Grazie a te, Riccardo, per aver condiviso la tua storia. Sarà di aiuto e di esempio a tanti!
Se vuoi condividere anche tu la tua storia e ricevere supporto dal Movimento Allinners, scrivi un email a storie@allinners.com
Ti aspettiamo all’ Allinners Conference, l’unico evento dal vivo per coloro che non mollano mai: www.allinners.com
Noemi Fiorentino